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Quanto è l’Iva sulla benzina

Sul prezzo della benzina, in Italia, pesano diversi elementi, tra cui l’IVA, l’Imposta sul Valore Aggiunto. La tassa, a favore dello Stato, viene applicata sul carburante, sia benzina che gasolio, è pari al 22%. Il Governo spesso annuncia nuovi aumenti, con l’utlima manovra economica si è temuto il peggio, che potesse andare ad infierire su una situazione già critica, ma per il momento la temuta nuova aliquota al 25,2%, che dovrebbe arrivare al 26% nel 2021, è stata rimandata. Molti pensano che la Comunità Europea, abbia influenzato questa scelta, soprattutto in questo ultimo periodo di pandemia, con un’Italia di attività economiche in ginocchio.
In passato, questa aliquota ha avuto diverse oscillazioni, sempre in aumento. Si basti pensare che dal 2011 al 2016, ci sono stati aumenti del 3% sul costo del carburante auto. Può sembrare un valore minimo, ma per chi utilizza la macchina con frequenza, sia per motivi di svago che di lavoro, l’aumento fa la differenza.
Volendo ipotizzare un prezzo al litro di benzina di Euro 1,549,00, si pensi che l’IVA incide per Euro 0,28. La componente fiscale che pesa sul prezzo della benzina, però, è anche gravato dalle accise, quelle tasse imposte sugli automobilisti, per supportare delle spese da parte del Governo Italiano, da sostenere per eventi eccezionali. Queste accise sono nate come provvisorie, ma non sono state più cancellate, nonostante per alcune siano passati quasi cento anni dall’entrata in vigore. L’incidenza di tale pressione fiscale ammonta in percentuale al prezzo della benzina al 66%, come se due terzi del prezzo andasse nelle tasche dello Stato.
Se l’uso della benzina, poi, è diverso da quello per autotrazione, allora il costo si abbassa con l’aliquota più bassa, che non è più del 22%, bensì diventa del 10%. E’ stata presa questa decisione per non incidere sulle già difficili condizioni dell’agricoltura italiana, per far si che possa essere meno pressata fiscalmente.
Fino all’introduzione della fattura elettronica, l’IVA sulla benzina poteva essere recuperata attraverso le schede carburante. In ambito aziendale, chi si doveva spostare per lavoro, con la propria auto o quella aziendale, doveva compilare una scheda dove il gestore del rifornimento di benzina, doveva annotare i dati del rifornimento. Con le fatture elettroniche è diventato più difficile utilizzarle, e quindi eludere i controlli del benzinaio che, troppo spesso riempiva le schede senza un rifornimento reale, tanto per farsi rimborsare le spese. Il sistema elettronico, prevede i pagamenti con sistemi tracciabili, quindi bancomat, assegni o carte di credito, con l’emissione della fattura elettronica, e quindi ad un rimborso corrisponde una reale fornitura di carburante.
A livello europeo, come percentuale di IVA, ci manteniamo più alti della Germania al 19%, della Francia al 20% e della Spagna con il 21%. Siamo il Paese con le aliquote più alte del continente.